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Author Archive by Maria Anna Ambrosino

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Nuovi siti Unesco in Italia

L’Italia ha tre nuovi Patrimoni Immateriali dell’Umanità UNESCO: l’alpinismo, la transumanza e la Perdonanza Celestiniana.

Il termine UNESCO è l’acronimo di United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, (in italiano: Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura). Si tratta di un’agenzia speciale delle Nazioni Unite, fondata a Parigi nel 1945 (subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale), con l’obiettivo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni attraverso i canali dell’Educazione, Scienza, Cultura e Comunicazione.

Nel novembre del 1972 venne ratificata la World Heritage Convention, cioè la Convenzione riguardante la protezione del Patrimonio Culturale e Naturale.

Le nazioni che firmano la Convenzione, chiamati Stati Parte o Stati Membri, si impegnano a tutelare i beni culturali e naturali presenti sul proprio territorio, con particolare riferimento ai beni inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale, la cui perdita rappresenterebbe un danno irrecuperabile per tutta l’umanità.

Quella di sito patrimonio mondiale è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del patrimonio mondiale, o nella sua accezione inglese World Heritage List, della Convenzione sul patrimonio mondiale.

L’UNESCO ha fino ad oggi riconosciuto un totale di 1121 siti (869 siti culturali, 213 naturali e 39 misti) presenti in 167 Paesi del mondo.

Attualmente l‘Italia e la Cina sono le nazioni che detengono il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità: 55 siti appartenenti al patrimonio materiale.

 

 

Si affiancano ai siti patrimonio dell’umanità, i beni appartenenti al patrimonio immateriale. Con questo termine si intendono pratiche sociali, arti, riti e feste, antiche ricette, espressioni orali, ecc.

L’importanza di questi beni risiede nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra. Non un valore universale, dunque, ma la rappresentazione della diversità e della creatività umana.

Lo scorso dicembre, a Bogotà, in Colombia, la sessione UNESCO ha iscritto tre nuovi Patrimoni culturali immateriali per l’Italia, facendo salire a 12 i beni tutelati.

Il primo, a carattere nazionale, è la Perdonanza celestiniana, un evento storico-religioso che si tiene ogni anno all’Aquila, il 28 e il 29 agosto. Il nome deriva dalla Bolla pontificia che papa Celestino V emanò nel 1294, con cui concesse l’indulgenza plenaria a chiunque fosse entrato nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, nei vespri del 28 e 29 agosto, a seguito di confessione e comunione. Da allora, l’evento si è sempre tenuto, accompagnato da altre manifestazioni che si svolgono nella città nell’ultima settimana di agosto.

Il secondo bene tutelato, a carattere transnazionale (con Francia e Svizzera), è l’alpinismo. La candidatura è nata dalla “volontà di ribadire il valore della dimensione territoriale e culturale della montagna, avendo come riferimenti imprescindibili il rispetto per l’ambiente, la cooperazione, la solidarietà e affermando la profonda interdipendenza tra patrimonio culturale e patrimonio naturale”. La culla dell’alpinismo è stata il massiccio del Monte Bianco, diviso tra i tre stati, dove è nato nel 1760.

 

 

Il terzo bene, sempre a carattere transnazionale, diviso tra Italia, Austria e Grecia, è costituito dalla Transumanza, la tradizionale pratica pastorale di migrazione stagionale del bestiame.

Il riconoscimento riguarda l’intero Paese, dalle Alpi alla Basilicata: le comunità emblematiche indicate nel dossier di candidatura come luoghi simbolici della transumanza sono in Trentino Alto Adige, in Lombardia, nel Lazio, in Abruzzo e Molise, in Puglia, in Basilicata, e in Campania (Lacedonia e Zungoli, borgo Bandiera arancione).

La transumanza va tutelata quale elemento culturale dal forte contenuto identitario, che ha saputo creare forti legami tra chi l’ha praticata e i paesi attraversati, e dalla forte sostenibilità economica.

La transumanza diventa così il 10° riconoscimento per la Campania, dopo la Dieta Mediterranea, l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani, le Macchine a spalla di Nola, il Centro storico di Napoli, la Reggia di Caserta, il complesso monumentale di Santa Sofia a Benevento, i siti archeologici di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, la Costiera Amalfitana, il Parco Nazionale del Cilento.

Con l’iscrizione della transumanza, la Campania diventa la prima regione italiana per siti ed elementi iscritti nelle Liste dei Patrimoni culturali materiali e immateriali.