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Top 5 Liquori della Campania

La Campania conta una ricca varietà di liquori che ormai sono entrati a far parte della tradizione enogastronomica della regione.

In questo articolo stileremo un elenco dei più apprezzati e conosciuti.

 

 

Nocillo

La storia del nocillo, o nocino, è legata a racconti suggestivi, dall’alone misterioso.

Una delle tradizioni racconta che il 24 Giugno, in occasione della notte di San Giovanni, le donne con lunghe scale e piccoli panieri di vimini scomparivano nel buio della campagna, per poi riunirsi sotto il noce e la più esperta, a piedi nudi, saliva sulla scala, sceglieva le noci più adatte e più integre e le riponeva delicatamente nel paniere. Una volta raccolte si lasciavano tutta la notte ad assorbire la fresca rugiada e poi si iniziavano a lavorare.

Si parla anche di nocino di streghe perché nella notte del 24 Giugno le streghe di Benevento si riunivano a convegno sotto un noce per compiere i loro riti, in occasione del solstizio d’estate che per il calendario precedente a quello Gregoriano non cadeva il 21 giugno, ma il 24.

Un’altra leggenda trasmessa per lo più oralmente ci dice che per ottenere un ottimo nocillo le noci verdi, non ancora mature, dovevano essere rubate da una ragazza illibata, a piedi nudi la notte di San Giovanni.

Probabilmente anche a causa delle leggende che si è portato dietro nel tempo, l’albero del noce è sempre stato trattato con diffidenza e piantato lontano dagli alberi da frutto.

In realtà questo è il periodo migliore per avere a disposizione noci dal gusto intenso, non ancora mature e quindi ricche di oli essenziali: gli erboristi definiscono infatti questo periodo come “tempo balsamico” in cui la noce si trova nel suo momento migliore con i profumi derivanti dalla maggior presenza di linfa, oli e vitamine.

Dalla preparazione nel mese di Giugno dovranno poi passare 40 giorni prima che il nocillo sia pronto, ma la pazienza verrà ripagata con un ottimo liquore tanto apprezzato nel periodo invernale.

Leggende e tradizioni a parte, questo elisir è entrato nella tradizione culturale e gastronomica della nostra regione ed in particolare nei paesi vesuviani e nella Penisola Sorrentina.

La ricetta viene tramandata di generazione in generazione e, sebbene oggi venga prodotto da alcune distillerie presenti in tutta la Campania, il nocillo resta prevalentemente un liquore a produzione familiare.

Gli ingredienti base sono l’alcool e le noci che, una volta lavate e tagliate in quattro parti vengono messe a macerare insieme ad un nutrito gruppo di spezie, tra cui cannella, chiodi di garofano, noce moscata, limoncino verde piccolo, china e caffè.

Il nocillo è un ottimo digestivo usato dopo i pasti: nei quartieri più antichi di Napoli c’è ancora chi continua a riferirsi a questo liquore definendolo “merecina”, una medicina utilizzata come rimedio per la pesantezza di stomaco.

 

Liquore di finocchietto

Il liquore di finocchietto selvatico viene prodotto nella provincia di Salerno e in tutte le aree interne della regione ed è uno dei liquori più tradizionali tra quelli che si preparano in maniera casalinga in Campania.  Oltre ad essere prodotto per uso domestico, è stato commercializzato con successo da alcuni laboratori artigianali locali.

Cosa occorre per fare il finocchietto in casa?

La ricetta originale prevede l’uso in parti uguali di alcol e acqua: possono utilizzarsi sia ciuffi di finocchietto selvatico freschi sia i semi e zucchero da aggiungere a seconda delle quantità di alcool e acqua che si useranno.

La macerazione, per preparare liquori digestivi fatti in casa, rimane la tecnica più tradizionale e anche la più facile da gestire e viene fatta in contenitori di vetro dalla chiusura ermetica o in contenitori di acciaio che danno la possibilità di chiudersi.

L’infuso, dopo essere stato preparato, deve rimanere un mese imbottigliato per rispettare i tempi di macerazione. Una volta pronto, il liquore al finocchietto selvatico si può conservare per lunghi periodi, addirittura per un intero anno.

Ottimo digestivo da bere molto freddo alla fine di un pasto importante: il finocchio è infatti popolare per le sue proprietà digestive, aiutando ad assimilare i grassi grazie all’azione che i suoi principi attivi esercitano sulla bile.

Dopo un lungo pasto, un bicchierino di liquore di finocchietto può aiutare a digerire meglio!

 

 

Liquore Nanassino

Il nanassino è preparato esclusivamente per uso familiare in provincia di Salerno, prevalentemente nelle zone litorali, nella Costiera Amalfitana e nel Cilento, zona dove c’è abbondanza di coltivazioni spontanee di fichi d’india, frutto dal quale viene prodotto il liquore.

La preparazione del nanassino è legata alla tradizione casalinga: il liquore era prodotto in piccole quantità dalle famiglie benestanti che lo offrivano in occasioni particolari e nelle festività.

Oggi per realizzarlo si segue l’antica ricetta, che prevede l’infusione delle bucce di una decina di fichi maturi, per circa 10 – 15 giorni in alcool a 95 gradi. L’infuso veniva poi filtrato e diluito con dello sciroppo preparato con acqua e zucchero di canna.

Si impiegano i frutti migliori del fico d’india, raccolti maturi tra la fine agosto e l’inizio di settembre.

 

Liquore di mandarino dei Campi Flegrei

Il mandarino è originario della Cina meridionale: nel 1816 fu piantato a Napoli nel Real Orto Botanico e nel Parco di Capodimonte ed in breve si diffuse con successo in tutto il meridione.

Nell’area dei Campi Flegrei, che comprende i comuni di Napoli, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Isole di Procida ed Ischia, l’ambiente ed i terreni vulcanici conferiscono ai frutti caratteristiche organolettiche peculiari. Infatti, tra i prodotti più coltivati in questa zona, spicca il mandarino dei Campi Flegrei: il suo raccolto costituisce una fondamentale componente, assieme a vino ed olio, del reddito agricolo della zona.

Viene utilizzato allo stato fresco ma anche per la realizzazione di marmellate, confetture e di rosoli.

In particolare molto apprezzato è il liquore ottenuto dalla macerazione delle bucce di mandarino, private della parte bianca amara, con aggiunta di sciroppo di zucchero.

Alla vista si presenta limpido, con una colorazione tipica giallo – arancio, ed intenso profumo di mandarino.

La regione Campania ha inserito da poco il Mandarino dei Campi Flegrei ed il liquore di Mandarino dei Campi Flegrei, nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Campania (P.A.T.) con decreto del 17 giugno 2015.

Ad esso è stata dedicata la “Festa del Mandarino dei Campi Flegrei”, con manifestazioni ed eventi organizzati per rivalutare questo agrume un tempo diffuso largamente sul territorio dei Campi Flegrei, che si tiene tra Dicembre e Gennaio, quando i frutti giungono a completa maturazione.

 

 

Liquore al tartufo Nero

Il tartufo era già presente nell’alimentazione dei Sumeri, dei Romani e degli Etruschi.

La leggenda narrava che il tartufo fosse nato da un fulmine scagliato da Giove sotto una quercia, attribuendogli così proprietà afrodisiache.

La patria campana del tartufo è senza dubbio Bagnoli Irpino, dove nel 2008 è stata creata l’associazione dei tartufai dei Monti Picentini per salvaguardare e proteggere questo fungo.

Il tartufo prodotto a Bagnoli è il “Tuber Meserenticum”, meglio conosciuto come “tartufo nero ordinario di Bagnoli”. In Campania se ne producono tra i 1000 ed i 1500 quintali l’anno.

Il suo uso principale è quello di spezia grattata su molteplici pietanze, ma è utilizzato anche per la produzione di liquori ed altri distillati, come il prelibato liquore al tartufo nero.

Il liquore ‘r tartufu è nato appunto a Bagnoli Irpino circa trenta anni fa, ed è un prodotto tipico dell’area tartuficola dell’Alta Valle del fiume Calore, in provincia di Avellino.

Il rosolio viene preparato lasciando macerare i tartufi neri in alcool puro a 90 gradi per circa un mese e aggiungendovi, in seguito, uno sciroppo fatto da acqua e zucchero. Il liquore al tartufo ha un sapore molto forte ed aromatico ed ha una gradazione di 38-40 gradi.

Una menzione speciale va al Limoncello, in tutte le sue varianti, sicuramente il liquore più famoso prodotto nella nostra regione di cui abbiamo già ampiamente discusso nell’articolo sulle bellezze della Costiera Amalfitana.

 

 

Provateli tutti e inviateci i vostri feedback!

I più intraprendenti potrebbero anche cimentarsi nelle ricette originali…e magari inviatene un assaggio al team di Hetor, che vi ringrazierà pubblicamente! 😉