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Palazzi Storici del Comune di Fisciano

 

Parte 2

Fisciano è ricca di costruzioni di pregio, costruite sul territorio comunale nei secoli.

Si è deciso di collaborare con il progetto SPOD incentrando il lavoro sul recupero di dati e informazioni sui centri antichi del Comune di Fisciano e in particolare sulla costruzione dei Palazzi Storici.

 

Continuiamo dunque il viaggio intrapreso la scorsa settimana tra i palazzi storici del comune di Fisciano.

A Fisciano: Troviamo il complesso dei Palazzi de Falco in via Roma, che costituisce uno degli isolati più rappresentativi posti alle porte di Fisciano, contornato per due lati da giardini.

Il complesso allo stato attuale è caratterizzato da tre edifici contigui con autonomia funzionale e padronale, lo sviluppo del complesso coincide con la storia della famiglia de Falco.

Dalla “Platea seu libro di memoria”, risalente al 20 agosto 1764 a firma di don Nicola de Falco, si evince parte della consistenza del vecchio Palazzo, si notano tutti gli averi stabili, mobili, semoventi.

Intorno al 1830, il vecchio Palazzo della famiglia de Falco, fu diviso in due parti lasciando l’ingresso in comune. Nel 1856 don Carlo de Falco, diede l’incarico all’architetto Lorenzo Casalbore di rammodernare la propria parte di fabbricato, lasciando sempre l’ingresso in comune.

Nel 1873 don Nicola de Falco, affidò all’architetto Lorenzo Casalbore e a suo figlio Alfredo, l’incarico di realizzare un nuovo fabbricato, posto a sud e in adiacenza con la sua proprietà, prevedendo anche un nuovo ingresso indipendente per la separazione definitiva del vecchio complesso.

L’edificazione avvenne su di un grande terrazzo che occupava tutto il lato sud del vecchio Palazzo e copriva le cantine; il progetto prevedeva – per la parte posteriore – il collegamento con i fabbricati più antichi attraverso una galleria a vetri per la parte anteriore. La costruzione di una esedra prospiciente il cancello – nella facciata d’ingresso – sarebbe divenuta l’inizio del nuovo viale di accesso alla tenuta Chiesa e quindi ai Cappuccini. Il progetto dei Casalbore fu realizzato dall’impresa di Antonio Benincasa e dal controllo dell’ingegnere Giuseppe Acquaro.

Nel 1896 i lavori furono sospesi per gravi controversie tra l’architetto e l’ingegnere e di conseguenza non si realizzò l’apertura del nuovo ingresso indipendente. Don Nicola de Falco privato del vecchio ingresso comune, conferì all’ingegnere Enrico Alemagna di realizzare l’ingresso del proprio fabbricato in prosecuzione del vecchio Palazzo, ricongiungendo in qualche modo i due palazzi come in origine. Sempre su progetto dell’ingegnere Enrico Alemagna fu realizzata la parte a tre livelli lato giardino e successivamente nel 1938 fu eseguito il riammodernamento della zona sud al piano terra e al primo piano del vecchio Palazzo, come è pervenuto ai nostri giorni.

La ricognizione è continuata con il Palazzo de Falco in via Antinori, Palazzo Negri, Palazzo Aversa e Palazzo dell’Orfanotrofio Giulio Risi a Fisciano. Quest’ultimo risalente al XVII Secolo, è situato in piazza Vittorio Veneto a Fisciano. L’edificio è un dono di Ermelinda Risi-Colesanti, Terziaria francescana; l’istituzione dell’orfanotrofio è retta dalle suore di San Giuseppe di Chambery.

 

A Lancusi: Palazzo Barra in piazza Regina Margherita datato intorno al XVI secolo, allora casale dello Stato di San Severino, fu affidato ai feudatari. Fu dimora sin dal 1569 delle famiglie De Ruggiero, Caracciolo e Barra.

Nel 1761 fu sede di un’importante fabbrica di armi, tanto che negli Annali Civili del Regno delle Due Sicilie si legge che “la Reale Manifattura dei Piastrinari in Lancusi” sorse alcuni anni dopo la fabbrica di Torre Annunziata ed è stata costruita per opera di un’amministrazione militare del Reparto di Artiglieria.

Nel 1823 fu ideata da Giovanni Venditti della suddetta Reale Manifattura, la prima pistola automatica, attualmente conservata nel Museo delle Armi a Milano, che gli americani brevettarono poi con il nome di Winchester.

Nel corso del tempo, il Palazzo ha subito notevoli trasformazioni che ne hanno modificato la struttura originaria. In seguito al terremoto del 23 novembre del 1980 il palazzo è stato gravemente danneggiato, richiedendo mirati interventi di risanamento e recupero strutturale.

Palazzo Siniscalchi in via Generale Ciro Nastri le cui origini risalgono al XVII secolo. Rilevante è la facciata finemente decorata; presenta due livelli fuori terra.

L’odierno Palazzo Polisetti che figura nel centro di Lancusi a pochi passi dalla Chiesa di San Martino e Quirico. Di impianto tardo Ottocentesco, si affaccia sulla strada con 2 grossi portoni di legno dei quali uno accede direttamente alla casa e al piano nobile.

Le origini non sono ben documentate ma una incisione incastonata sul pavimento, riporta la data 1907; probabilmente si tratta della data di un intervento di ristrutturazione in seguito al terremoto del 10 agosto 1893. Numerosi gli elementi architettonici originali come la scala in pietra viva così come le logge e la cantina (quest’ultima rinforzata in seguito al terremoto del 1980).

La famiglia Polisetti-Polizzotti dei Baroni di Resuttano ha acquistato l’immobile e il terreno circostante alla fine degli anni ’60 nel XX Secolo.

 

 

Per saperne di più…

La valorizzazione e promozione dei Beni Culturali fiscianesi viene supportata dal Comune e dalle associazioni che collaborano fattivamente con le Istituzioni.

Tra le associazioni più attive si può certamente segnalare ViVi FiSCiANO, che promuove la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico del territorio attraverso visite guidate.

Accanto alle attività culturali, il Comune cerca di attivare un circuito virtuoso di soddisfazione-attrattività-valore, creando ad esempio convenzioni con gli esercizi commerciali soprattutto durante le festività principali come ad esempio il Natale, con la nascita di parchi a tema, iniziative dedicate alle famiglie e ai giovani, promozione turistica delle aree decentrate etc.

Il visitatore riesce così a riscoprire, attraverso gli eventi promossi, le tradizioni di un territorio ricco di prodotti autoctoni e di Beni culturali materiali e immateriali: i boschi, eremi e santuari, i palazzi signorili, l’artigianato locale, le leggende popolari etc.

 

 

Dagli spunti operativi del progetto SPOD inoltre, grazie alla proficua collaborazione con alcuni docenti universitari, il Comune e le associazioni, intendono promuovere le attività di ricerca e organizzare una serie di percorsi guidati a tema, con annesse degustazioni enogastronomiche, pensate ad hoc per l’occasione.