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castelli irpinia

Alla scoperta di 5 Fortezze Longobarde in Irpinia

Durante la dominazione longobarda e, ancor di più, in seguito alla divisione del ducato di Benevento dal ducato di Salerno, avvenuta nell’851, si avvertì l’esigenza di rafforzare i confini tra i due territori a scopo difensivo.

Protagonista di questa nuova strutturazione fu l’Irpinia dove l’edificazione di numerose fortificazioni fu favorita anche dalla particolare conformazione montuosa della zona. Nel corso dei secoli, le diverse dominazioni che si sono susseguite ed i vari terremoti, che più volte hanno colpito la provincia di Avellino, hanno contribuito a trasformare l’aspetto originario delle antiche fortezze longobarde in eleganti castelli.

I 5 castelli da visitare assolutamente, durante un soggiorno in Irpinia, accomunati dalla loro origine longobarda sono:

  • Castello ducale di Bisaccia
  • Castello Ruspoli-Candriano di Torella dei Lombardi
  • Castello D’Aquino di Grottaminarda
  • Castello degli Imperiale di Sant’Angelo dei Lombardi
  • Castello di Gesualdo

Castello ducale di Bisaccia

bisaccia1Storicamente il castello di Bisaccia era un bastione strategicamente importante di controllo, che faceva parte di una linea difensiva che aveva la funzione di proteggere i territori della Puglia occidentale e settentrionale.

Questa linea di difesa, che correva lungo la via Appia e la Via Traiana e di cui facevano parte, oltre alla fortezza di Bisaccia, quella di Sant’Agata di Puglia e quella di Ariano Irpino fu opera del catapano bizantino Basilio Boioanne, che la realizzò nel corso della sua riorganizzazione amministrativa della “Capitanata occidentale”.

Edificato in epoca longobarda, nella seconda metà dell’VIII secolo, fu distrutto dal sisma del 1198. Verso la fine del XIII secolo Federico II di Svevia scelse Bisaccia come residenza di caccia e ne promosse la ricostruzione, trasformandola in tenuta signorile e invitando qui alcuni esponenti della scuola poetica siciliana.

In epoca moderna, infatti, la trasformazione dell’edificio da fortezza a castello fu completata.

Ha ospitato diverse famiglie nobili della zona e numerosi artisti, tra cui Torquato Tasso: a fine 500 il castello di Bisaccia apparteneva a Giovan Battista Manso, amico del celebre poeta che, giunto a Napoli e preso dalla malinconia per le sue condizioni di salute e per le polemiche letterarie religiose sulla Gerusalemme liberata, accettò l’invito dell’amico di accompagnarlo nel suo feudo di Bisaccia.

Gli scavi archeologici condotti all’interno della struttura hanno consentito di recuperare una parte dell’impianto longobardo originario. Oggi il Castello di Bisaccia  è sede del Museo Civico Archeologico.

Castello Ruspoli-Candriano di Torella dei Lombardi

A Torella dei Lombardi, situato a 600 metri di altitudine su di uno sperone roccioso dell’alta valle del Fredane, l’abitato si formò intorno al castello edificato in seguito alla Divisio Ducatus della Longobardia minore, proprio sulla linea di confine fra il principato di Salerno e quello di Benevento, nel IX secolo.

A seguito del sisma del 1980, il castello fu ristrutturato: durante i lavori di scavo si ebbe l’occasione di scoprire come la dinamica di riempimenti e stratificazioni murarie aveva per anni preservato la storia del sito, infatti fu possibile delineare le diverse fasi di costruzione, trasformazione e impiego dell’edificio.

  1. Al primo ed al secondo livello vi è il Museo Civico, dove sono custoditi numerosi reperti rinvenuti nel corso dei lavori di restauro (piatti, monete del periodo 1301-1950, oggetti di ceramica, in pietra e terracotta).
  2. Al terzo livello si trova la sezione turistica, l’Associazione Sergio Leone ed alcuni locali destinati ad attività varie, oltre ad una terrazza.
  3. Al quarto livello si trovano gli uffici comunali e la Biblioteca.

castello-candriano_torella

Per diversi secoli il castello appartenne ai Saraceno, fino all’inizio del XVI secolo, quando a seguito della crisi economica e  politica della famiglia, passò ad Alfonso della Rosa che a metà del 1500 lo vendette a Domizio Caracciolo, il primo membro della famiglia proprietaria per ben quattro secoli, che contribuì a trasformare l’antico maniero in  elegante residenza gentilizia.

Grazie ai Caracciolo fu eretto il portale marmoreo d’ingresso e trasformato in giardino pensile uno dei bastioni. Furono inoltre abbelliti gli ambienti interni con numerose opere d’arte.

Assunse la denominazione “Candriano” nel 1889, quando Umberto I concesse il titolo di Marchese di Candriano a Giuseppe Caracciolo, che morì senza figli nel 1920. Castello e titolo passarono al nipote Camillo Ruspoli e nel 1959, morto senza eredi, la struttura fu donata al Comune.

Castello D’Aquino di Grottaminarda

Il castello di Grottaminarda, edificato in epoca longobarda presso l’antico borgo di “Fratta”, in posizione dominante rispetto al vallone sottostante, è stato per molto tempo un importante baluardo difensivo contro i Bizantini.

Di forma trapezoidale, fu ampliato intorno alla prima metà del secolo XII con la costruzione della cinta muraria, di cui si ha notizia già a partire dal 1137.  In questo periodo l’edificio entrò a far parte dei possedimenti della potente famiglia D’Aquino, alla cui casata appartenne dal 1134 al 1531, fino a quando fu sottratto loro da Carlo V. Il castello conservò comunque il nome della famiglia d’Aquino, pur divenendo proprietà di altre nobili famiglie.

Nel XVI secolo, con la diffusione delle armi da fuoco, venne meno il ruolo difensivo del castello, che acquisì la nuova funzione di residenza nobiliare. I vari terremoti che hanno colpito l’area nel corso dei secoli hanno danneggiato la struttura, la quale finì per essere spartita tra diverse famiglie.

Dopo gli eventi sismici del 1694 e del 1732 la struttura fu trasformata in dimora. Tutto il primo piano della fortificazione fu adibito a zona residenziale e fu realizzato un suggestivo giardino pensile. Nonostante queste trasformazioni, sono attualmente visibili alcuni tratti delle mura perimetrali e delle torri costruite in epoca aragonese.

Castello degli Imperiale di Sant’Angelo dei Lombardi

Non vi sono testimonianze ufficiali che attestino l’esistenza del castello di Sant’Angelo dei Lombardi, che sorge nella parte più alta del comune, prima dell’XI secolo.

È condivisibile l’ipotesi secondo cui la sua costruzione coincida con quella delle vicine fortificazioni di Monticchio, in provincia di Potenza, Torella e Guardia, tutte denominate “dei Lombardi”, sorte per segnare la linea di confine tra il Principato di Benevento e il Principato di Salerno.

Proprietarie del feudo e del castello furono alcune delle più importanti famiglie di Napoli, tra cui i de Gianvilla, i Caracciolo e gli Imperiale, a cui si deve l’attuale nome.

Forse già distrutto nel X secolo, il castello presenta una forma quadrilatera con molti elementi ascrivibili all’epoca normanna, periodo in cui fu dotato anche delle mura di cinta e di un ampio cortile centrale. Della struttura sono particolarmente apprezzabili l’alta torre poligonale e il portale d’ingresso risalente al Cinquecento.

Dal XV al XVIII secolo, il castello subì diversi interventi di restauro per essere adattato a dimora signorile. A quest’epoca risalgono alcuni stemmi e fregi rinascimentali, una balaustra seicentesca e il notevole loggiato risalente al XVII secolo. Nel corso dei lavori di restauro seguiti al sisma del 1980 è stata riportata alla luce una chiesa di epoca normanna, di cui sono visibili l’abside trilobata, l’area presbiteriale, e tre navate divise da archi.

Il Castello fu adibito nel 1862 a tribunale e carcere. Recentemente i locali del Castello, opportunamente ristrutturati, hanno ospitato gli uffici della magistratura e l’archivio notarile. La struttura custodisce al suo interno reperti archeologici bizantini.

Castello di Gesualdo

castello_di_gesualdo_ottobre2012Infine il Castello di Gesualdo. Ubicato in posizione elevata e di grande valore strategico sulla sponda settentrionale del Fredane, venne fatto costruire dai Longobardi e divenne una delle massime fortezze dell’Irpinia.

Ai piedi del maniero si formò progressivamente l’abitato, di cui si ha notizia per la prima volta in un documento del 1078, quando ne era signore Guglielmo di Gesualdo.

Ed è proprio al principe Carlo Gesualdo che è legata la fama del castello. Il principe, oltre ad essere un esponente della musica madrigalistica del Cinquecento, è passato alla storia anche per aver assassinato la sua prima moglie, Maria d’Avalos, dopo averla colta in flagrante adulterio con Fabrizio Carafa, duca d’Andria.

Fu sempre Gesualdo a trasformare il castello in una raffinata dimora signorile, aggiungendo all’originaria struttura nuove stanze, le cucine, numerose gallerie d’arte, giardini e fontane. Nonostante i danni subiti in seguito al saccheggio del 1799 da parte dell’esercito francese, l’impianto rinascimentale del castello risulta ancora visibile.