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L’antica area di San Pietro Infine

La storia di San Pietro Infine: il borgo fantasma

San Pietro Infine era un comune arroccato su uno sperone di roccia, in provincia di Caserta. Distrutto durante la seconda guerra mondiale, è stato ricostruito un po’ più a valle e conta oggi poco meno di 1000 abitanti.

Abbandonato dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, è rimasto praticamente intatto negli anni. Oggi, costituisce un fantastico esempio di antico borgo medievale.

 

 

La storia

San Pietro Infine deve il suo nome a due fattori principali: il culto di San Pietro e la sua posizione geografica. Esso, infatti, si posiziona all’estremità della provincia di Caserta che si incunea tra Lazio e Molise, da cui la parola “infine”, e cioè al confine della regione.

Il luogo è popolato sin dal III secolo a.C., come testimoniano alcuni ritrovamenti, tra cui le mura presso Sant’Eustachio e sul colle Marena-Falascosa.

In seguito fu conquistato e colonizzato dai romani ma ciò che vediamo oggi è opera delle modifiche di epoca medievale.

Questo si può riscontrare proprio negli stretti vicoli e nel tipo di costruzioni ancora visibili degli edifici, ovvero in pietra calcarea e con i tetti in legname.

La posizione di San Pietro Infine è stata favorevole quando, durante l’Unità d’Italia, ci furono molti tumulti al sud, dei quali il borgo non ha risentito. Tuttavia, fu anche la causa, durante la seconda guerra mondiale, della sua distruzione.

Il comune, infatti, si trovava sul tratto della Linea Gustav: una linea fortificata difensiva approntata in Italia con disposizione di Hitler del 4 ottobre 1943 durante la seconda guerra mondiale.

Per questo motivo, San Pietro Infine divenne teatro di numerose battaglie e bombardamenti tra il 1943 e il 1944. La seconda guerra mondiale decimò la popolazione. Molti sanpietresi si rifugiarono in quelle che vennero chiamate “grotte della valle” e altri sul monte Sambucaro.

Le immagini dei tristi momenti della guerra furono ritratte, proprio in questo luogo, da John Huston nel suo documentario “The Battle of San Pietro” e nel film “La Grande Guerra” diretto da Mario Monicelli nel 1959.

Nel dopoguerra iniziò un piano di ricostruzione ma si scelse di non ricostruire il paese come e dove era, ma più a valle, lasciando le rovine come monumento alle vittime e monito per il futuro. Questa è l’origine del Parco della memoria, nel quale l’intero paese è diventato il museo di se stesso.

 

 

Il borgo di San Pietro Infine

L’antico centro conserva ancora l’impianto urbanistico di tipo medioevale, con le sue chiese e le mura di cinta.

San Pietro Infine si sviluppa su scalinate invece di strade che si compongono in lungo e in largo per il paese.

Camminando per queste stradine si possono ancora osservare alcuni dei punti di interesse di questo borgo:

  • La chiesa di San Michele, con pianta a croce latina a tre navate; aveva un ingresso riservato agli uomini ed uno alle donne sul transetto incorniciato da un portale cinquecentesco. Dell’assetto originale, oggi resta ben poco (gli archi, il portale e i pavimenti colorati), essendo per metà distrutta dai bombardamenti.
  • L’arco dei baroni di stile gotico è costituito da volte a sesto acuto di epoche diverse. Era con tutta probabilità l’accesso all’antico castello. Vi è ancora parte degli affreschi di tema religioso che lo decoravano.
  • La chiesa della Madonna dell’Acqua con pianta rettangolare e volta a botte, ha la facciata con campanili laterali; la ristrutturazione è stata in parte finanziata dagli emigranti sampietresi.

Il Parco della memoria

Le rovine di San Pietro Infine restano a testimonianza delle atrocità della guerra e costituiscono una sorta di museo all’aperto, un luogo della memoria, riconosciuto come “Monumento Nazionale” nel 2008.

Per questo motivo fu istituito nel 2004 il Parco della memoria storica, grazie ad un progetto delle Officine Rambaldi (la nota impresa di effetti speciali per il cinema). Sono stati recuperati alcuni edifici, che ospitano il Centro Visite, il Museo Multimediale e un albergo.

Nel Museo Multimediale, in particolare, il visitatore si trova immerso in un percorso pieno di suggestioni e installazioni volte a sollecitare una partecipazione emotiva. Al termine vi è la sala in cui viene proiettata la versione ufficiale del film di John Huston, girato nel 1945.

Si tratta di un documentario realizzato per l’esercito americano nel 1943 ma presentato solo nel 1945, dedicato alla battaglia di San Pietro Infine. Il film, estremamente realistico e crudo, inizialmente non fu presentato al grande pubblico per l’opposizione dell’esercito; in sua difesa si pronunciò tuttavia il generale George Marshall, che ne caldeggiò la distribuzione alle truppe, come documentario.