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La Grotta di San Michele Arcangelo ad Olevano sul Tusciano

Il culto di San Michele Arcangelo è profondamente radicato in Campania: sono molte le chiese, i santuari e le grotte a lui dedicate. Soprattutto queste ultime, sono di origine antica e si ispirano alla prima leggenda legata all’apparizione di San Michele Arcangelo in Puglia.

Sono quasi tutte di origine naturale, ubicate per lo più in zone montuose e difficilmente raggiungibili: proprio per questo sono poco note e frequentate quasi esclusivamente dai fedeli essendo meta di pellegrinaggio durante la festività dedicata al Santo. Alcune grotte sono anche inserite in itinerari specifici, turismo speleologico, percorsi escursionistici e trekking.

Tra le grotte della Campania spicca per dimensioni ed importanza la Grotta di San Michele di Olevano sul Tusciano: detta anche Grotta dell’Angelo, si trova a 650 metri sul livello del mare, nel piccolo comune omonimo, all’interno del Parco Regionale dei Monti Picentini.

La grotta è facilmente raggiungibile tramite un percorso segnalato che costeggia il torrente Tusciano. Al suo interno troviamo una basilica e numerose cappelle, ampiamente affrescate. E’ proprio questa la particolarità del luogo: la grotta, scavata grazie al millenario lavoro delle acque, non si presenta come una semplice cavità con pareti lisce o affrescate, ma al suo interno è stato costruito un vero e proprio complesso religioso con edifici indipendenti, con architetture ben definite e pareti decorate egregiamente, che impreziosiscono ancor di più la cavità.
Nelle cappelle distinguiamo due cicli pittorici: uno petriano, collegato cioè al culto di san Pietro (alimentato dalla leggenda che il Santo sia passato da queste parti) e l’altro cristologico.

La prima attestazione storica della grotta risale all’819, ma la sua origine è sicuramente anteriore a questa data. Si ipotizza infatti che la grotta sia in origine nata come insediamento monastico di matrice greco-basiliana, come conferma la tipicità dell’architettura e della decorazione delle varie cappelle riconducibile alla cultura bizantina.
La grotta di San Michele già nel IX secolo era meta di numerosi pellegrini che la visitavano di ritorno dalla Terra Santa e persino il Santo Papa Gregorio VII fece tappa alla grotta, sottolineando la grande importanza religiosa e devozionale di questo luogo.

In occasione dei festeggiamenti per il Santo che si tengono l’8 Maggio, ogni anno viene fatta una processione nella quale i fedeli e i cittadini trasportano a spalla la statua del santo, percorrendo le tre frazioni del paese e raggiungendo la grotta di San Michele. Con pifferi, tamburi e bandiere, viene rievocata la battaglia di Siponto tra Longobardi e Bizantini, vinta dai Longobardi che elessero San Michele arcangelo guerriero loro protettore.

Nel 1996 il Word Monument Funds, una organizzazione privata non profit che si occupa della salvaguardia del patrimonio artistico nel mondo, ha inserito la Grotta di San Michele, per la sua particolare bellezza e ricchezza, in una speciale classifica dei 100 più importanti monumenti al mondo “a rischio e da salvare”.