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anfiteatro di Pompei

L’Anfiteatro di Pompei

L’anfiteatro romano di Pompei: uno degli edifici nel suo genere più antichi al mondo.

All’interno del Parco Archeologico degli Scavi di Pompei sorge l’anfiteatro romano, uno dei più grandi e meglio conservati d’Italia e uno dei più antichi.

Storia

La sua costruzione risale al 70 a.C. circa, quando i duoviri Marco Porcio e Gaio Quinzio Valgo decisero di realizzare un anfiteatro per dar vita a combattimenti tra gladiatori e giochi circensi.

Le attività all’interno dell’anfiteatro avvenivano in forma grandiosa, pubblicizzate talvolta con graffiti sulle facciate delle case.

I combattimenti e i giochi continuarono fino al 59 d.C. quando i pompeiani si scontrarono con gli abitanti di Nuceria Alfaterna. Le motivazioni furono territoriali e la rissa riportò feriti e morti. In seguito a questo evento il senato romano decise la chiusura dell’anfiteatro per 10 anni.

La chiusura fu poi revocata a causa di un terremoto nel 62 d.C .che provocò ingenti danni alla struttura, la quale fu oggetto di ristrutturazione. L’intera struttura fu completamente rinnovata, come testimoniano due iscrizioni che si trovano nel passaggio d’ingresso, dai duoviri Caio e Cuspio Pensa.

Successivamente, l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ricoprì l’anfiteatro e l’intera città romana di cenere. Un mantello che venne rimosso, poi, solo nel ‘700 durante gli scavi borbonici.

 

 

Gli scavi

Gli scavi dell’area archeologica di Pompei, infatti, iniziarono nel 1748 sotto Carlo III di Spagna e si protrassero fino ai giorni nostri.

In realtà, i primi tentativi di scavi ci furono già poco dopo l’eruzione: l’imperatore romano Alessandro Severo diede ordine di scavare nella zona dove sorgeva l’antica Pompei. Purtroppo, la fitta coltre di cenere e lapilli non permise di continuare.

Tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600, poi, in seguito a dei lavori per la costruzione di un canale che sfruttava le acque del fiume Sarno, furono rinvenute monete e resti di edifici nella zona. Tuttavia, non fu compreso che si trattava di una città romana e, in seguito al terremoto del 1631, tutto fu nuovamente abbandonato.

Bisogna quindi aspettare il ‘700 e il ritrovamento di alcuni reperti nella zona di Ercolano perché si ricreasse l’attenzione verso il territorio e la sua storia. In particolare, fu importante il ritrovamento di Villa dei Papiri ad Ercolano che diede nuova luce e speranza agli scavi.

In oltre due secoli, gli scavi hanno riportato alla luce gran parte delle opere maestose presenti in tutto il territorio e, in particolar modo, nella città di Pompei.

Oggi il Sito archeologico di Pompei, patrimonio Unesco dal 1997, richiama ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo.

«Con la sua piccolezza e angustia di spazio, Pompei è una sorpresa per qualunque visitatore: strade strette ma diritte e fiancheggiate da marciapiedi, cassette senza finestre, stanze riceventi luce dai cortili e dai loggiati attraverso le porte che vi si aprono; gli stessi pubblici edifici, la panchina presso la porta della città, il tempio e una villa nelle vicinanze, simili più a modellini e a case di bambola che a vere case. Ma tutto, stanze, corridoi, loggiati, è dipinto nei più vivaci colori: le pareti sono monocrome e hanno al centro una pittura eseguita alla perfezione, oggi però quasi sempre asportata; agli angoli e alle estremità, lievi e leggiadri arabeschi, da cui si svolgono graziose figure di bimbi e di ninfe, mentre in altri punti degli animali domestici sbucano da grandi viluppi di fiori.» [Goethe, 1787]

 

 

Descrizione

L’anfiteatro di Pompei è uno dei più grandi e meglio conservati d’Italia, potendo ospitare più di 20.000 spettatori.

Esso sorge, infatti, nella parte sud-est dell’antica Pompei. La scelta fu dettata da due motivi: la zona era poco abitata e quindi di minore intralcio alla vita quotidiana della città (considerando il grande numero di spettatori); il secondo fu economico. L’anfiteatro fu costruito a ridosso delle mura utilizzando un terrapieno già esistente.

Si ottenne, così, una struttura posta a circa 6 metri di profondità, dalla forma ellittica, che misurava circa 135 metri di lunghezza e 104 di larghezza.

Esternamente si presenta in due ordini: la parte inferiore ad archi ciechi in opus incertum, per permettere ai mercanti di vendere la loro merce; la parte superiore con archi a tutto sesto. Tra i due ordini è posto un ambulacro e una serie di gradinate alte.

L’accesso all’anfiteatro avveniva tramite la crypta, una galleria che possedeva quattro ingressi, due dei quali davano direttamente sull’arena. Lungo lo stesso asse, poi, troviamo due spoliarii, dove venivano curati i feriti.

L’arena è in terra battuta e, contrariamente ad altri edifici dello stesso genere, non presenta un’area sotterranea; l’intera circonferenza dell’arena è delimitata da un parapetto che era decorato con affreschi, oggi andati perduti, che raffiguravano duelli tra gladiatori.

Dall’arena si possono osservare bene gli spalti, divisi in tre zone. L’ima cavea, da dove si godeva la vista migliore, era per le persone importanti; la media cavea era riservata al popolo e la summa cavea alle donne.

Come avveniva per molti anfiteatri, si poneva un velarium in alto per proteggere gli spettatori dal troppo sole.

 

 

L’anfiteatro di Pompei è divenuto oggetto di massimo interesse per turisti e visitatori. Il suo ottimo stato di conservazione non fa che incentivare ancora di più questo interesse, che nel tempo non si è fermato solo agli occhi dei turisti ma anche di diverse e importanti personalità.

Tra le tante ricordiamo il gruppo dei Pink Floyd che all’inizio degli anni 70 tenne un vero e proprio concerto live all’interno dell’anfiteatro.

L’anfiteatro si può visitare all’interno del tour del Parco Archeologico di Pompei, aperto dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 19.00.

Il biglietto è acquistabile sia online che presso le biglietterie automatiche situate a Porta Marina e a Piazza Anfiteatro.

Ovviamente, in questo periodo di emergenza nazionale, il parco ha previsto alcune misure di sicurezza, tra cui la misurazione della temperatura, gli itinerari obbligati e gli ingressi contingentati. Al momento dell’acquisto on-line, infatti,  il visitatore potrà scegliere la fascia oraria di ingresso, prevista ogni 15 minuti per un massimo di 500 persone, fino alle ore 13,00. Dopo le ore 13,00 l’ingresso consentito è per un massimo di 300 persone per turno.

 

Maria Anna Ambrosino

Laureata in Storia e Critica d'arte presso l'Università degli Studi di Salerno. Borsista presso ISISLab all'Università degli Studi di Salerno. Social Media Manager e gestore delle attività del Progetto Hetor. Open Data specialist.

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