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Il Castello e la torre dei Falchi di Casertavecchia

Un luogo dalle origini leggendarie ma dal fascino reale

Casertavecchia è un borgo medievale che sorge alle pendici dei monti Tifatini a circa 400 metri di altitudine e a 10 km di distanza da Caserta, della quale, in epoca medievale, costituì il centro. Dal 1960, è tra i monumenti nazionali italiani.

Le sue origini sono ancora incerte e la struttura del borgo ha subito varie dominazioni e cambiamenti.

Tuttavia, sappiamo che un primo nucleo urbano esisteva già nell’anno 861 grazie allo scritto del monaco benedettino Erchemperto Historia Langobardorum Beneventanorum, in cui si parla di un borgo denominato Casahirta (dal latino villaggio posto in alto).

In questi scritti, lo storico benedettino ci fornisce anche una prima descrizione del Castello che, dall’anno 879, accolse il primo conte Pandolfo.

Di quel primo castello, luogo di ricovero per abitanti e animali, l’attuale complesso conserva solo la distribuzione planimetrica irregolare, quasi ellittica.
Esso, infatti, subì numerose trasformazioni quando, alla fine del IX secolo, con il dominio normanno, la città accrebbe la sua importanza politica, demografica e religiosa, grazie anche alla presenza della sede vescovile.

Ciò impose un rafforzamento delle strutture del precedente recinto fortificato, troppo debole e vulnerabile ormai, che avvenne con la costruzione di un mastio e 6 torri a pianta quadrata.

Durante il periodo svevo fu commissionata la completa ristrutturazione del complesso e l’edificazione del mastio circolare, concepito con un paramento in blocchi di tufo squadrato a vista poggiante su uno zoccolo poligonale in calcare, sulle sembianze delle due torri federiciane di Capua.

 

La torre, conosciuta anche come Torre dei Falchi, si pone tra le più grandi d’Europa, con i suoi 30 metri di altezza e 19,14 metri di diametro. Essa è distribuita su tre livelli voltati, di cui solo uno è accessibile dall’esterno tramite un ponte levatoio che la collegava al vicino castello. Agli altri due livelli si poteva accedere grazie ad una scala a chiocciola, ricavata nel muro, che collegava il livello superiore e quello inferiore. La sala inferiore fungeva da deposito delle provviste alimentari, quella intermedia ospitava servitù e guardie, quella superiore il Signore.

La Torre non presenta alcuna porta, quindi l’accesso ad essa è stato sempre difficile. Pertanto, era opinione diffusa che essa celasse un mistero: una chioccia dai pulcini d’oro che custodiva un tesoro preziosissimo, sebbene non sia mai stato trovato.

Al suo interno vi sono 50 gradini che conducono alla cima, da cui si può ammirare uno splendido panorama sulla pianura circostante.

Alcuni terremoti e il passare dei secoli ne hanno compromesso la struttura, della quale oggi restano pochi ruderi e un tratto di mura, oltre alla torre che si erge a emblema del borgo e che raffigura il castello attraversato da un prisma trasversale che simboleggia un raggio di sole.

Per questi motivi, sebbene il Castello sia divenuto patrimonio comunale negli anni ’80 e sia stato avviato il consolidamento dei ruderi, oggi il sito è chiuso al pubblico, salvo aperture straordinarie.

Tra queste, vi segnaliamo la manifestazione Settembre al borgo , che per questa 47esima edizione avrà la direzione artistica di Enzo Avitabile.
Ogni sera dell’evento, Casertavecchia sarà teatro di una rievocazione storica con una sfilata medievale di oltre 100 figuranti in costumi storici dal titolo Storia Medievale tra dame e cavalieri. All’interno degli spazi del Castello e della Torre ci saranno numerosi concerti mentre in piazza duomo letture di poesie e racconti.

Un’occasione da non perdere, insomma, per ascoltare grande musica in uno scenario leggendario.

 

 

Maria Anna Ambrosino

Laureata in Storia e Critica d'arte presso l'Università degli Studi di Salerno. Borsista presso ISISLab all'Università degli Studi di Salerno. Social Media Manager e gestore delle attività del Progetto Hetor. Open Data specialist.

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