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Itinerario nel territorio di Calitri

Visitare l’Irpinia vuol dire viaggiare attraverso una provincia fra le più belle d’Italia e che dell’Italia conserva le migliori caratteristiche: i monumenti, le chiese, la tradizione enogastronomica ed i parchi naturali.

L’Irpinia, sin dall’antichità, è stata una terra di transito tra il Mar Tirreno ed il Mar Adriatico, in quanto territorio compreso tra l’Appia Traiana e la Regina Viarum dei Romani.
La caratterizzazione territoriale è molto vasta, il territorio si sviluppa principalmente sulla Catena Appenninica, offrendo un clima temperato.

La pace, la tranquillità, l’ottima qualità enogastronomica, le tradizioni e il folklore contraddistinguono da sempre la zona, compresa la cittadina di Calitri, che Ungaretti descrive come “un macigno ancora morso dalla furia della sua nascita di fuoco“.

Calitri, situato lungo le rive del fiume Ofanto, è il terzo comune per estensione territoriale della provincia di Avellino.
Sin dal Neolitico, ci giungono notizie di insediamenti umani sulla collina, ma si può definire un vero e proprio centro abitato solo dal XIII secolo.

In epoca medievale, il borgo viene amministrato dapprima dai Longobardi, e successivamente dai Normanni e dagli Svevi.

Nel 1304, con la famiglia dei Gesualdo, Calitri conosce il suo massimo splendore, che trova la sua rappresentazione nella conversione del castello in una sontuosa dimora signorile.
Dopo i Gesualdo, l’amministrazione passa prima ai Ludovisi, e, successivamente, ai Mirelli.

Durante il terremoto dell’8 settembre 1694 il castello di Calitri fu completamente distrutto e il principe Mirelli morì.
I superstiti della famiglia decisero dunque di abbandonare i ruderi e di spostarsi a valle.

A partire dalla seconda metà del ‘700, Calitri diviene oggetto dei vari fenomeni che in quel tempo dilaniavano il Sud Italia, primo tra questi il brigantaggio, insieme all’emigrazione e al latifondismo baronale.

Nel 1861 fu conquistata e liberata dal brigante lucano Carmine Crocco. Nel giugno 1910 e nel luglio 1930 due sismi di notevole magnitudo colpirono Calitri; Calitri diede un importante contributo, in termine di vite umane, alla Prima Guerra Mondiale, come testimonia il Monumento ai Caduti, costruito in memoria delle 120 vittime del conflitto.

 

 

Nel secondo dopoguerra spiccò, fra le più influenti personalità politiche, il calitrano Salvatore Scoca, che fu più volte ministro e al quale sono dedicati una piazza e un busto situati presso il centro.
Il sisma del 23 novembre 1980, che colpì l’intera Irpinia, distrusse gran parte del borgo, causando due decessi e segnando definitivamente le vite di coloro che erano stati coinvolti in quei 90 interminabili secondi.
Molti calitrani decisero, infatti, di abbandonare la propria terra natia per trasferirsi al Nord Italia o addirittura oltre confine, con la speranza di una vita migliore.
Stessa sorte subirono i paesi limitrofi, come Pescopagano, la cui Chiesa Madre crollò durante il terremoto, causando nelle vicinanze un gran numero di vittime.

Attualmente il territorio di Calitri conta circa 4.600 abitanti, mentre Pescopagano quasi 2.000, numeri ben inferiori a quelli registrati prima della catastrofe dell’80.
Il calo demografico ha inevitabilmente avuto ripercussioni anche sul settore del turismo, che in questi ultimi anni ha cercato di rimettersi in carreggiata attraverso la valorizzazione delle bellezze del territorio e della sua cultura: a tal proposito sono nate alcune associazioni, che ormai possono essere considerate storiche, come la Pro Loco di Calitri e il Circolo Aletrium (dal nome latino del paese, appunto Aletrium o Caletrium).

Le tradizioni e le usanze del paese sono particolarmente vive durante i giorni di festa, come 25 maggio, 1 settembre, 8 settembre, rispettivamente Feste del Santo Patrono San Canio e dell’Immacolata Concezione. Interessanti a livello gastronomico e culturale sono anche le diverse sagre che si svolgono durante l’anno, come la Sagra della Scarpegghija, dei Cingul e delle Cannazze, tutti piatti tipici della tradizione calitrana, che permettono di riscoprire ai residenti, e non solo, i sublimi e genuini sapori della terra.

Particolarmente suggestivo è anche il Presepe Vivente, che si tiene il 26 dicembre di ogni anno e che celebra la tradizione cristiana, ma soprattutto la bellezza del Centro Storico, caratterizzato da colorate casette e grotte illuminate e addobbate a festa.

 

 

Un importante contributo per il rifiorire del turismo è stato dato negli ultimi anni dal cantautore calitrano Vinicio Capossela, conosciuto su scala internazionale, ma da sempre legato alle proprie origini, tanto da ideare un festival dedicato alla musica e alle tradizioni locali, chiamato Sponz Fest.
Quest’ultimo, che si tiene solitamente nell’ultima settimana del mese di agosto, attira più di 30000 turisti da ogni parte del mondo, accomunati dalla passione per il folklore, per il cibo, per il vino, per le tradizioni e per la musica locale. Lo Sponz Fest ospita, oltre a Vinicio Capossela, anche molti altri artisti di notevole fama, ad esempio, negli ultimi anni, hanno partecipato, tra gli altri, Gianni Morandi, il gruppo musicale russo Dobranotch, Emir Kusturica & The no smoking orkestra, lo scrittore Erri De Luca.

Nel 2016 e nel 2017, durante il festival, è stata riaperta per l’occasione la vecchia stazione ferroviaria, che un tempo collegava Calitri con i territori della Puglia, e che è stata teatro della grande migrazione del XX secolo.

Attualmente la linea ferroviaria è in disuso, e l’unico collegamento della zona è il servizio autobus, che viene impiegato perlopiù a livello scolastico, dunque copre brevi e medie distanze.
Sicuramente un ampliamento delle linee di collegamento sarebbe fruttuoso per l’incremento del turismo, in quanto la nostra zona è difficile da raggiungere con i mezzi pubblici rispetto ai grandi centri.

Il calo demografico e quello turistico rappresentano un punto a sfavore rispetto a quello che è il nostro patrimonio artistico e culturale che, se valorizzato, potrebbe essere invidiato a livello nazionale e non solo.
Purtroppo esso è tuttora sconosciuto ai più, e poco valorizzato dagli stessi abitanti, spesso inconsapevoli della bellezza della propria terra e di quello che essa può offrire.

 

Noi, come scuola A.M. Maffucci, classe IV A, e come gruppo di lavoro “Calitri 1 – Chiese e luoghi artistici“, abbiamo cercato di valorizzare il territorio, ed in particolare chiese e luoghi artistici di Calitri e Pescopagano.

Ci siamo occupate delle Chiese, anche di quelle non più agibili o scomunicate, di monumenti di ogni tipo, piccole cappelle, piazze, sculture di arte moderna e incisioni su pietra.

Il nostro dataset, suddiviso in 63 righe e 19 colonne, descrive le varie caratteristiche da noi selezionate per ogni elemento analizzato: il nome, la tipologia, l’ubicazione, l’anno o il secolo di fondazione, il committente, lo stato di conservazione, la destinazione di utilizzo attuale, una breve descrizione esterna, la geolocalizzazione, l’url immagine di ogni foto scattata da noi e, ovviamente, i riferimenti a sitografia e bibliografia.

A cosa è servito tutto questo lavoro?

I dati da noi reperiti sono stati innanzitutto utili a noi stesse per scoprire molte peculiarità riguardo il nostro territorio e quello che ci circonda, che fino a poco fa passava inosservato; emozionante è stata anche la ricerca di queste informazioni, sia attraverso fonti scritte come i testi di Emilio Ricciardi e Vito Acocella, sia attraverso fonti orali come la prof.ssa Concetta Zarrilli o molti altri abitanti di Calitri che si sono gentilmente messi a nostra disposizione, spinti anch’essi dal desiderio di valorizzare la nostra terra.

Difficile ma entusiasmante è stata la ricerca delle varie sculture, situate nei vicoletti del paese, spesso mai viste prima, e poi fotografate.

 

 

Abbiamo compreso l’importanza degli Open Data e della piattaforma SPOD, che è un ottimo strumento per tutti gli amanti della propria storia e delle proprie origini, spesso rappresentate dalle piccole cose, come ad esempio l’incisione su pietra della poesia “Calitri” di Giuseppe Ungaretti, da noi analizzata nel Dataset.

 

Autori: Maria Lucia Araneo, Francesca Lanza, Azzurra Metallo,  Marialaura Russo

Hetor

Hetor è un progetto che si occupa di valorizzare il patrimonio culturale della regione Campania attraverso l'utilizzo degli Open Data. Il team è composto da: Maria Anna Ambrosino, Vanja Annunzata e Gianluca Santangelo.

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