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santa chiara

Tra storia ed arte: il Complesso Monumentale di Santa Chiara, con il suo chiostro mozzafiato, è uno dei luoghi più straordinari di Napoli.

Munasterio ‘e Santa Chiara…
Tengo ‘o core scuro scuro…
Ma pecché, pecché ogne sera,
Penzo a Napule comm’era,
Penzo a Napule comm’è?!

 

Come cita questa pietra miliare della canzone napoletana, interpretata nella sua versione più conosciuta da Roberto Murolo, è davvero difficile stare lontani da Napoli.

Questa città ha tanto da offrire: prelibatezze gastronomiche, arte, panorami mozzafiato, luoghi incantevoli che restano nel cuore. Il Monastero di Santa Chiara, col suo chiostro maiolicato, è tra questi.

 

 

La storia

Il Complesso monumentale di Santa Chiara sorge nel pieno centro storico di Napoli, a due passi da Piazza del Gesù e dalla Chiesa di San Domenico Maggiore.

Costruito per volontà del re Roberto d’Angiò e della regina Sancia di Maiorca, sua seconda moglie, nasce come cappella di corte, luogo deputato alle manifestazioni religiose e civili durante la dominazione angioina.

Entrambi, molto devoti a San Francesco d’Assisi e a Santa Chiara, concepirono il complesso come una vera e propria cittadella: fecero costruire, oltre alla basilica, un convento francescano per accogliere i frati che si occupavano delle funzioni liturgiche, un monastero per l’Ordine di clausura delle Clarisse, un chiostro monumentale e una torre campanaria. Proprio grazie alle Clarisse questo complesso, prese il nome di Santa Chiara.

La costruzione del complesso iniziò nel 1310 e fu ultimata diversi anni dopo, consacrando la chiesa solo nel 1340.

La chiesa fu costruita in puro stile gotico da Gagliardo Primario, nel rispetto delle norme di semplicità dei principi francescani. Successivamente venne trasformata e ristrutturata da Ferdinando Sanfelice e Domenico Vaccaro, tra il XVII e il XVIII secolo, stravolgendone i connotati, seguendo lo stile barocco dell’epoca.

Nel corso dei secoli la chiesa cambiò completamente immagine: sono piccolissime le tracce superstiti dell’originale medievale. I bellissimi affreschi di Giotto e della sua bottega napoletana, che secondo il Vasari un tempo rivestivano l’intera chiesa, lasciarono spazio agli orpelli barocchi, frutto del desiderio, tipico dell’epoca, di sfarzo e di ricchezza.

Ma nel 1943 i bombardamenti della Seconda guerra mondiale distruggono proprio questa nuova versione della chiesa, che fu poi ricostruita seguendo l’originario stile gotico.

 

Santa Chiara oggi

Sebbene oggi non possegga più alcune delle sue inestimabili opere d’arte, il fascino di Santa Chiara è rimasto immutato nei secoli.

Oggi, entrando nella chiesa, ritroviamo l’aura di solennità e rigore che doveva esserci in origine. La luce che filtra dalle bifore e dalle trifore è in assoluto la protagonista della scena, accompagnando lo sguardo del visitatore lungo tutta la navata.

Oltre la chiesa, è il Chiostro il vero attrattore per i visitatori: una vera e propria oasi nel cuore pulsante della città.

Il Chiostro delle Clarisse, detto Chiostro Maiolicato del monastero di Santa Chiara, era in origine un semplice giardino di impianto medievale. Venne modificato nel XVIII secolo da Domenico Vaccaro per volontà della badessa Ippolita di Carmignano.

L’architetto napoletano lasciò inalterata la struttura gotica originaria del chiostro, che prevedeva un colonnato con 66 archi, arricchendola nella parte centrale con due ampi viali interni, dividendo cosi l’antico chiostro in quattro settori: due sistemati a giardino all’italiana con siepi e fontane, e due destinate ad agrumeto.

Tutto il chiostro è impreziosito da maioliche dipinte a mano, realizzate da artigiani napoletani.

Indubbiamente le “riggiole” rappresentano l’elemento distintivo del complesso: le maioliche policrome si intonano perfettamente con la natura circostante, creando l’armonia che contraddistingue questo ambiente.

L’intento era quello di preservare la sacralità del luogo, arricchendolo con elementi decorativi che ne esaltassero l’eleganza e l’estetica del bello, in accordo con il gusto delle donne che l’avrebbero frequentato, le future Clarisse di stirpe nobile.

 

 

In un’ala del convento, dove originariamente c’erano gli appartamenti delle monache, oggi si trova il Museo dell’Opera di Santa Chiara.
Il Museo si compone di quattro sezioni: la Sala Archeologica, la Sala della Storia, la Sala dei Marmi e la Sala dei Reliquiari.

Proseguendo nella visita ci si imbatterà anche in una piccola area archeologica nella quale è possibile visionare i resti di uno stabilimento termale romano scoperto nel dopoguerra.

Inoltre all’interno del monastero è conservato anche uno dei presepi realizzati a Napoli durante il regno di Ferdinando IV di Borbone, con pastori del 1700 e del 1800.

 

 

Il Complesso Monumentale di Santa Chiara rientra tra i Monumenti Nazionali presenti in Campania.

È interamente visitabile, previa consultazione delle indicazioni presenti sul sito.

Tra i luoghi più fascinosi di Napoli, un’area in cui regna il conforto, il piacere, il sollievo. Il Complesso Monumentale di Santa Chiara è il posto giusto per staccare dalla frenesia e dal caos cittadino.

Vanja Annunziata

Laureata in Discipline delle Arti Visive, della Musica e dello Spettacolo presso L'Università degli Studi di Salerno. Borsista presso ISISLab all'Università degli Studi di Salerno. Social Media Manager e gestore delle attività del Progetto Hetor. Open Data specialist.

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