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Museo della civiltà contadina: un luogo da scoprire

Gli attrezzi agricoli che raccontano la storia dei sannicolesi

Il Museo della civiltà contadina, ubicato nel Complesso Borbonico del Real Convitto di Santa Maria delle Grazie, è un edificio di grande valore storico-architettonico situato in pieno centro storico e culminante nella bellissima chiesa, di scuola Vanvitelliana, di Santa Maria delle Grazie che affaccia su Piazza Parrocchia, ampio piazzale lungo il tracciato della millenaria Via Appia.

Il Museo, adiacente ad una sala conferenze, ha ottenuto nel Gennaio del 2009 il riconoscimento dal Settore Musei della Regione Campania di Museo di interesse Regionale. L’attuale esposizione, che consiste in più di duecento attrezzi i quali venivano utilizzati dai cittadini di San Nicola la Strada fino alla metà del 1900, è allestita all’interno di un salone ampio circa 500 mq comprendente anche uno spazio esterno per esposizioni temporanee all’aperto.

E’ stata effettuata, all’interno del percorso di Alternanza scuola-lavoro, da alcuni ragazzi del Liceo Scientifico “A.Diaz” S.S., in collaborazione con l’Università degli studi di Salerno e il progetto europeo Route to PA, una catalogazione degli attrezzi agricoli e degli oggetti di vita quotidiana e contadina al fine di rendere questi dati alla portata di tutti e di aiutare a far conoscere il museo a livello regionale e magari non solo.

Dai dati raccolti è emerso che non tutti gli strumenti presenti nell’archivio comunale vi sono nel Museo, in quanto sono andati persi nel corso degli anni a causa di una non adeguata gestione del complesso da parte degli enti competenti.

 

 

Nella lettura delle datalet traspare che mancano alcuni dati, come diversi aneddoti, in quanto alcuni attrezzi sono sprovvisti di donatori o eventi significativi, visto che venivano ceduti in forma anonima o da forestieri.

Nonostante ciò, siamo riusciti a reperire alcuni aneddoti risalenti ad alcuni strumenti. Ad esempio, per quanto riguarda il ferro di cavallo, si dice che quest’ ultimo venisse usato come portafortuna. Una tradizione comune è che un ferro di cavallo venga appeso ad una porta con l’estremità volta verso l’alto, in modo da portare buona fortuna. Nel caso in cui l’estremità sia diretta verso il basso, allora porterà sfortuna. Nel Medioevo, la sua forma ricordava la “C” di Cristo e spesso i medici lo usavano come strumento di guarigione. Il suo materiale, il ferro, in alcune culture è un metallo che allontana di per sé il malocchio. Avvolto da fiocchi rossi, peperoni, peperoncini e spighe, risulta avere influenze positive maggiori.

Un’altra curiosità che viene in risalto è quella relativa al forcone. Infatti, in passato, soprattutto nel basso medioevo, era una delle armi simbolo delle rivolte contadine e delle sommosse dei ceti meno abbienti, in quanto era uno dei pochi strumenti a disposizione dei poveri di una certa utilità per il combattimento, data la sua leggerezza, la facilità di utilizzo, la resistenza e la disponibilità in gran numero. Adatta sia per offesa che per difesa, soprattutto se con la parte anteriore in ferro, data la facilità di penetrazione di materiali molli, quindi anche i tessuti umani. Spesso per renderla più simile ad un’arma veniva inastata (vedi forca da guerra).

Catalogando gli attrezzi si evince che, la maggior parte degli strumenti appartengono ai mestieri del fabbro, dell’artigiano e del contadino. Ciò fa capire com’era organizzata la società di quell’epoca e che vi erano più zone rurali che zone urbane.

Ad ogni modo, per valorizzare il museo, si potrebbe installare: un sistema di illuminazione che renda più visibili gli attrezzi, un’insegna che indichi la presenza del museo, impianti di riscaldamento.

Inoltre, occorrerebbe la presenza di un custode e di una guida che possa illustrare il percorso da seguire ai visitatori. Entrando si nota che gli attrezzi non sono mantenuti in maniera adeguata, in quanto dovrebbero essere posizionati in delle teche oppure in apposite vetrine con lo scopo di non avere un contatto diretto tra l’oggetto e il visitatore.

Ciò che potrebbe garantire un’ulteriore visibilità è la creazione di un sito internet, dove visionare varie informazioni del tipo: geolocalizzazione, indirizzo e orario di apertura e chiusura, anche se non sono conosciuti da tutti e spesso non vengono rispettati.

Gli orari di apertura del museo sono i seguenti:
Lunedì 09:00 – 12:00
Martedì 09:00 – 12:00 15:30 – 18:00
Mercoledì 9:00 – 12:00
Giovedì 09:00 – 12:00 15:30 – 18:00
Venerdì 09:00 – 12:00

Un ulteriore problema del Museo è relativo alla posizione che, se pur centrale in quanto localizzato al centro della città, non è facilmente visibile dall’esterno.
Il Museo ad oggi viene utilizzato anche per attività che non sono inerenti all’ambito storico-culturale a cui è destinato il complesso; talvolta, gli organizzatori di questi eventi non lasciano il salone in condizioni adeguate.

L’obiettivo finale del progetto è quello di valorizzare al meglio la struttura già esistente, al fine di attrarre maggiormente il turismo locale e provinciale.

 

 

 

Autori: D. Capasso, M. Cermola, E. Malorgio, M. Nuzzi, V. Perfetto, A. Tortora, A. Carnevale, Studenti del Liceo A. Diaz di San Nicola La Strada

 

 

Maria Anna Ambrosino

Laureata in Storia e Critica d'arte presso l'Università degli Studi di Salerno. Borsista presso ISISLab all'Università degli Studi di Salerno. Social Media Manager e gestore delle attività del Progetto Hetor. Open Data specialist.

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