Università degli Studi di Salerno

Salerno, Italia

Email

hetor@routetopa.eu

Lun-Ven

09.00-18.00

FB: progettohetor

IG: progetto_hetor

Souvenir gastronomici: consigli su quali prodotti acquistare di ritorno da Napoli.

Napoli è sicuramente una delle città più visitate in Italia. Chi la visita ha alte aspettative: non solo per le bellezze paesaggistiche ed architettoniche, viste in tante foto e libri di arte, che finalmente potrà vedere dal vivo, ma, probabilmente, sopra ogni cosa, quello che ci si aspetta di fare una volta arrivati a Napoli è…mangiare!

Pizza, dolci e vino…Napoli ha tanto da offrire a tavola e i turisti lo sanno bene.

Tra tante prelibatezze culinarie partenopee alcune sono anche “esportabili”: il caffè, le sfogliatelle calde, i babà, la pizza, sono prodotti unici e vanno gustati innanzitutto in loco per poterli apprezzare appieno. Ma in alcuni casi è possibile comprare dei Souvenir Gastronomici per poter conservare il buono del viaggio anche al ritorno.

In questo articolo dunque parleremo di quali alimenti acquistare per portare un pezzettino di Napoli a casa, di ritorno dal viaggio, così da tenere con sé un pezzettino della città e della sua bontà.

 

 

Qual è la prima cosa che un turista (e non solo!) ordina da mangiare a Napoli? La pizza, ovvio! Peccato che non possa portarsela in viaggio…ma ci sono tante altre bontà culinarie da trasportare.

In primis, un bel pacco di Pasta di Gragnano I.G.P., magari acquistata proprio nel suo luogo madre, in uno dei tanti pastifici presenti o in una piccola bottega dove ancora si produce pasta artigianale. Una volta tornati a casa potete prepararla secondo la tradizionale ricetta dello “Scarpariello”, con dei bei pomodorini freschi ma anche con una conserva che si abbini ad hoc come quella fatta con il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio D.O.P. oppure con il Pomodoro San Marzano D.O.P..

Un altro prodotto facilmente trasportabile è il tarallo. A Napoli tra i più apprezzati ci sono i Taralli sugna e pepe.

Il tarallo nasce alla fine del ‘700 e rappresentava uno dei cibi dei poveri per eccellenza. I fornai non si sognavano di buttare via nulla e così nascevano i taralli: si prendevano i ritagli della pasta con cui avevano appena preparato il pane da infornare, con l’aggiunta della sugna insieme a generose quantità di pepe nero, si impastava con le mani fino a formare due striscioline che, attorcigliate tra di loro, formavano una specie di ciambellina; una volta cotta in forno dava nascita al tarallo.

Le mandorle, anch’esse protagoniste del tarallo, sembrerebbero invece essere state aggiunte nell’impasto solo più tardi, nell’800.
Il massimo sarebbe stati assaggiarli ben caldi, appena sfornati dai tanti “tarallari” presenti un tempo per strada, che li vendevano tenendoli avvolti in canovacci bollenti per preservarne la fragranza. Oggi la figura del tarallaro non esiste più ma i tradizionali taralli sugna e pepe si possono gustare nelle panetterie, nelle osterie o nei caratteristici chioschi per strada di cui il lungomare di Mergellina è pieno zeppo, così da assaporare questo sfizio tutto napoletano passeggiando tra le strade della città.

Come non citare l’imperdibile regina, la Mozzarella di Bufala D.O.P..

Mangiarla a Napoli è d’obbligo, da sola oppure accompagnata dai tanti salumi prodotti in Campania. Trasportarla non è semplice e soprattutto deve essere sempre consumata fresca, ma oggi tutti i caseifici sono attrezzati per farla viaggiare. D’altronde è il primo prodotto in assoluto che un buon terrone porta in visita ad un amico del Nord…

Se si vuole rimanere in ambito caseario, senza incorrere in qualche intoppo e minare così la genuinità della mozzarella fresca, si può portare con sé un altro formaggio tipico di Napoli, il Provolone del Monaco, anch’esso prodotto a marchio D.O.P..

La sua produzione si fa risalire al 1700 circa, quando l’espansione della città di Napoli determinò un massiccio fenomeno migratorio per cui molti agricoltori spostarono i loro allevamenti verso i Monti Lattari; fu proprio questa migrazione a segnare la fortuna di questo formaggio, unico al mondo e impossibile da imitare, proprio per le caratteristiche dovute al territorio dove viene prodotto.
Anche la nascita del suo nome ha una storia ricca di fascino. Si narra infatti che i maestri casari, approdando all’alba al porto di Napoli dalla Penisola Sorrentina dove il formaggio veniva prodotto, a causa del gran freddo e dell’umidità, si coprissero con mantelli di tela, guadagnandosi così l’appellativo di “monaci”, e di conseguenza le forme di formaggio che trasportavano ottennero la famosa denominazione di “provolone del monaco”.

 

 

 

E’ impossibile andare a Napoli e non assaggiare i suoi dolci buonissimi!
Il babà, la pastiera, la delizia al limone, la monachina, la sfogliatella e la sua variante, la santa rosa…ma pochi di questi possono essere trasportati per essere mangiati altrove.
Fatta eccezione per la sfogliatella, frolla o riccia che sia, che non essendo tra i dolci più delicati che abbiamo citato, può sopravvivere ad un viaggio di breve percorrenza e soprattutto ben conservata e non strapazzata…certo, questo solo dopo averla gustata tiepida in una delle tante pasticcerie rinomate per la loro produzione.

Se invece si vuole andare sul sicuro si può portare con sé una confezione di Biscotti all’amarena, una delizia tutta partenopea. Sono semplici biscotti di pasta frolla che potete trovare in tutte le caffetterie e pastifici della città. Anche questi dolcetti sono frutto dell’inventiva di un pasticciere che li ha fatti con l’intento di utilizzare tutti gli avanzi che si trovava davanti: infatti il biscotto all’amarena è costituito da dolci avanzati come pan di spagna, il pandoro, ritagli di torta, il tutto amalgamato con il sapore dell’amarena sciroppata e del cacao e ricoperto di ghiaccia. Hanno una caratteristica forma rettangolare e in superficie vi si trovano tre linee realizzate con uno stecchino intinto nella marmellata di amarene. I biscotti all’amarena sono una vera delizia napoletana alla quale è difficile resistere. Una ricetta antica, che per certi versi riporta indietro nel tempo, ma attualissima per chi vive nel capoluogo campano.

Ovviamente non potete andare via dalla città senza aver acquistato un vino locale o un liquore tipico.
Oltre al più famoso Limoncello, prodotto localmente con il limone di Sorrento, c’è il Liquore di mandarino dei Campi Flegrei, liquore ottenuto dalla macerazione delle bucce di mandarino di varietà locale, prodotto nell’Area Flegrea, è caratterizzato da una colorazione accesa giallo-arancio ed ha un intenso profumo di mandarino; ma anche il Liquore Nespolino, prodotto a Napoli e nei comuni limitrofi (Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, isole di Procida ed Ischia), buonissimo liquore ottenuto dalla macerazione dei noccioli delle nespole, ottimo digestivo.

Il vino tipico della zona da gustarsi al rientro a casa, assaporando il gusto di questa terra, è senz’altro quello con denominazione Campi Flegrei D.O.C., una delle più importanti della regione Campania, coltivato direttamente a Napoli e zone limitrofe: Procida, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, Marano di Napoli. Questa zona è nota per la sua attività vulcanica, il cui suolo è ricco di ceneri, lapilli, pomici, tufi, ricchi di microelementi che per la loro presenza determinano nelle uve e nei vini aromi e sapori assolutamente unici. I vini della denominazione Campi Flegrei D.O.C. si basano principalmente sui vitigni Falanghina, Piedirosso, Aglianico.

 

 

 

Come abbiamo visto l’alimentazione e il buon cibo regnano sovrani a Napoli. Per cui quello che vi suggeriamo, oltre ad assaporare tutto ciò che potete in loco, nei caffè, nelle trattorie e nelle tante pizzerie che troverete in ogni angolo, è quello di lasciarvi un po’ di spazio in valigia e portare con voi un po’ di gastro-souvenir: ricordi della città di Napoli tutti da…mordere!

Vanja Annunziata

Laureata in Discipline delle Arti Visive, della Musica e dello Spettacolo presso L'Università degli Studi di Salerno. Borsista presso ISISLab all'Università degli Studi di Salerno. Social Media Manager e gestore delle attività del Progetto Hetor. Open Data specialist.

1 commento finora

RaffaScritto il 3:15 pm - Ago 8, 2023

ciao ottimo articolo sui prodotti alimentari, volevo anche segnalarti oltre al liquore di mandarino le marmellate di arance, limone e mandarino dei Campi Flegrei realizzate da Spicchi Flegrei.

Lascia un commento