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Il vino del re:  la Catalanesca del Monte Somma

Uno dei prodotti tipici più caratteristici della zona vesuviana, la Catalanesca del Monte Somma, delizia da molti anni il palato dei campani e non solo.

L’uva Catalanesca, o Catalana, si è insediata nel territorio vesuviano verso la metà del XV secolo, per volontà del re Alfonso I d’Aragona,  monarca del regno delle Due Sicilie, che la importò alle pendici del Vesuvio: è proprio da questa origine geografica che prende il suo nome.

Oggi, secondo la disciplinare di produzione dei vini ad indicazione geografica tipica, la zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini “Catalanesca del Monte Somma” comprende i comuni di: San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Cercola, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano e Terzigno, tutti ricadenti in provincia di Napoli.

 

Il vitigno Catalanesca era piuttosto diffuso ma, col trascorrere dei secoli, ne sono stati coltivati sempre meno appezzamenti.

Ciò nonostante, è proprio grazie alla natura vulcanica del terreno di questa zona,  da sempre così fertile ed ospitale, che l’uva Catalanesca è arrivata rigogliosa fino ad oggi ed ha assunto le sue originali caratteristiche olfattive.

Queste uve sono state coltivate inizialmente in grandi quantità dai contadini vesuviani per il loro commercio di vini sfusi, che da queste parti è sempre stato molto fiorente.

Tra l’altro, la particolare dolcezza di questo vino, ha fatto sì che le quantità eccedenti fossero spesso commercializzate come uva da tavola. Ancora oggi se ne producono due versioni: una Catalanesca del Monte Somma Bianco, che ha un sapore caratteristico, molto secco, e una Catalanesca del Monte Somma Passito, dal tipico sapore dolce, intenso e aromatico.

 

La Catalanesca non ha sempre goduto di questa fama: per molti anni non ne è stata consentita la vinificazione e il commercio, se non localmente dai contadini del posto che, consapevoli delle sue qualità, l’hanno da sempre trasformata in vino.

Di fatti, l’iter per far elevare la Catalanesca al rango di uva da vino è iniziato soltanto negli anni ’90, ad opera di un illustre enologo, Luigi Moio, che venne incaricato di condurne uno studio.

Il prof. Moio, insieme ad un altro esperto, Michele Manzo, riesce a dimostrare che quest’uva ha tutte le attitudini per essere vinificata per uso commerciale.

Solo nel 2006 però, è stata ufficialmente inserita nell’elenco delle uve da vino e, dal 2011, può essere messa in commercio con la tanto attesa ed agognata denominazione “Catalanesca del Monte Somma I.G.T.”.

Le aziende vitivinicole che hanno avuto il coraggio di puntare la loro produzione sulla Catalanesca sono poche, ma spiccano comunque nel panorama dei piccoli produttori per il loro vino unico e dalle caratteristiche olfattive di pregio.

 

Il vino Catalanesca del Monte Somma I.G.T. si presenta di colore giallo paglierino con riflessi dorati: il suo profumo ed il suo gusto sono fortemente influenzati dal territorio di produzione, per l’appunto la zona del Monte Somma.

In esso gli odori rievocano quelli delle crisommole, le albicocche tipiche vesuviane, che spiccano sopra gli altri sentori fruttati e floreali tipici di questo vino, molto fresco al gusto ma allo stesso tempo persistente.

Proprio la sua freschezza lo rende adatto come vino da aperitivo ma anche per accompagnare piatti di pesce, soprattutto il baccalà, altro prodotto top della zona vesuviana.

Il nostro consiglio è di  gustarlo su deliziosi primi, ad esempio ziti alla Genovese di baccalà oppure linguine con baccalà e pomodorini del piennolo. In ogni caso vi incoraggiamo ad assaporarlo con piatti e pietanze tipiche del territorio d’origine, così da conoscerlo nella sua interezza, immerso nel gusto delle sue origini.

 

Oggi la Catalanesca è un vino richiesto in tutto il mondo, un’eccellenza campana di cui andare fieri!