Università degli Studi di Salerno

Salerno, Italia

Email

hetor@routetopa.eu

Lun-Ven

09.00-18.00

FB: progettohetor

IG: progetto_hetor

Tag

Risultati della ricerca:

Archivio dei tag

legumi in campania

I legumi in Campania

Proprietà e benefici dei legumi tipici della nostra regione

Una delle regioni con la maggiore produzione e varietà di legumi è sicuramente la Campania. Si posiziona, infatti, al primo posto per quantità di legumi che hanno ottenuto una certificazione P.A.T. (Prodotto Agroalimentare Tradizionale).

I P.A.T. sono prodotti inclusi in un apposito elenco, istituito dal MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) in collaborazione con le regioni. Ed è proprio la regione Campania a detenere il maggior numero di prodotti certificati, con ben 580 specialità registrate.

Tra queste si contano ben 39 legumi:

  • Fagiolo San Pasquale di Casalbuono
  • Fagiolo a formella
  • Fagiolo risillo
  • Fagioli di Volturara Irpina
  • Fagioli lardari
  • Fagioli quarantini
  • Fagioli tabacchini
  • Fagiolo a pisello
  • Fagiolo bianco di Montefalcone
  • Fagiolo della regina di San Lupo
  • Fagiolo dell’occhio
  • Fagiolo dente di morto
  • Fagiolo di cera
  • Fagiolo di Controne
  • Fagiolo di Gallo Matese
  • Fagiolo di Gorga
  • Fagiolo di Mandia
  • Fagiolo di Villaricca
  • Fagiolo mustacciello
  • Fagiolo S’Anter di Casalbuono
  • Fagiolo striato del Vallo di Diano
  • Fagiolo tondino bianco del Sannio
  • Fagiolo tondino bianco del Vallo di Diano
  • Fagiolo zampognaro
  • Fagiolo zolfariello
  • Risi di Casalbuono
  • Fagioli tabaccanti di Casalbuono
  • Ceci dell’Ofanto
  • Cece di Cicerale
  • Cece di Valle Agricola
  • Cece nero del Fortore
  • Cece piccolo del Sannio detto ‘u ciciariello
  • Fava di miliscola
  • Lenticchia del Sannio
  • Lenticchia di Valle Agricola
  • Lupino gigante di Vairano
  • Piselli cornetti
  • Pisello centogiorni
  • Panzarieddi di Casalbuono

 

Il legume è un particolare frutto appartenente alla famiglia di piante Papilionacee, di cui fanno parte il fagiolo, il pisello, la fava, il lupino, il cece, il caiano, l’arachide, la soia, la lenticchia e la cicerchia. Questi vegetali vengono consumati sia freschi che cotti e contengono molta acqua e proteine. Spesso nell’alimentazione vengono associati ai cereali, in quanto questi due tipi di alimenti si integrano a vicenda dal punto di vista nutrizionale.

Come si evince anche da alcuni nomi, questi legumi vengono prodotti un po’ in tutte le province campane. Si tratta spesso di produzioni limitate ma di notevole qualità, sia per le caratteristiche organolettiche e di digeribilità, sia per i metodi di coltivazioni tradizionali ed ecosostenibili.

 

 

I fagioli

Uno dei legumi presenti nell’elenco con più varietà è il fagiolo. Questo prodotto, in particolare, è presente sulle nostre tavole da un tempo relativamente breve: a differenza di altri legumi, come i ceci e le lenticchie, presenti sin dall’antichità nell’area del Mediterraneo, il fagiolo è stato importato in Europa dall’America. Scoperto da Cristoforo Colombo, gli spagnoli e i portoghesi lo introdussero nel XVI secolo in Europa, dove diventò il cibo di lavoratori e contadini.

Le regioni italiane maggiormente coinvolte nell’importazione sono diverse, ma tra queste spiccano l’Umbria, la Toscana e la Campania. Qui la sua coltivazione ha avuto un enorme successo anche grazie ad un fattore tecnico: alternando, infatti, la coltivazione dei fagioli a quella di un’altra pianta sullo stesso terreno, si otteneva un metodo naturale di concimazione, migliorando la qualità della produzione.

I fagioli sono dotati di ottimi valori nutrizionali: ricchi di carboidrati, hanno un ridotto contenuto di grassi mentre la loro buccia è ricca di fibre, utile per favorire il transito intestinale. Sono, inoltre, ricchi di proteine, di fosforo, ferro, potassio e di vitamine.

Per questi motivi, i fagioli sono indicati per chi segue una dieta vegetariana o vegana, costituendo una valida alternativa alla carne.

In Campania sono 27 le varietà certificate che possiamo trovare, come i fagioli di Controne, il fagiolo zampognaro, il fagiolo San Pasquale di Casalbuono e il fagiolo dell’occhio. Quest’ultimo, in particolare, deve il suo nome alla presenza sul seme di una tipica cerchiatura nera a forma di occhio appunto.

I ceci

I ceci, originari dell’Asia minore, compaiono per la prima volta durante il Neolitico. Successivamente, grazie agli scambi commerciali tra i popoli, arrivano nel Mediterraneo e in Italia. La prima menzione di questo legume risale all’800 d.C. all’interno del Capitulare de Villis di Carlo Magno.

Essi appartengono alla famiglia delle leguminosae e sono i semi della pianta chiamata cicer arietinum, chiamata così perché somiglia ad una testa di ariete.

I ceci vengono molto adoperati in cucina, anche sotto forma di farina, e costituiscono un elemento cardine della dieta mediterranea. Secondo alcune ricerche, racchiudono il segreto della longevità e hanno una straordinaria capacità di contrastare, anche in termini preventivi, le malattie degenerative. Ricchi di prebiotici, i ceci proteggono l’intestino e aiutano il metabolismo.

In Campania sono 5 le varietà con certificazione P.A.T. di questo legume. In particolare, prodotto tradizionale campano e Presidio Slowfood di notevole fama è il cece di Cicerale, un legume che ha unito in modo indissolubile il suo nome a quello di questo piccolo paese del Cilento. Cicerale, infatti, prende il nome proprio da questo prodotto: sul suo stemma possiamo leggere la frase Terra quae cicera alit, ovvero terra che alimenta i ceci.

Altri legumi

Tra le altre varietà di legumi certificati in Campania, troviamo fave, lupini, piselli e lenticchie.

Queste ultime, come i ceci, costituiscono un alimento base fin dal Neolitico. La loro coltivazione inizia in Egitto diventando subito un elemento alla base della dieta. Si racconta che già nel VI secolo a.C. le lenticchie siano poi state importate in Grecia e in Italia, diventando uno dei prodotti più importanti nell’agricoltura e nel commercio del Mediterraneo.

Nel Medioevo il consumo delle lenticchie era principalmente legato ai poveri, ai conventi e alla gente umile, poiché molto nutrienti ed economiche. Esse, infatti, sono una buona fonte di proteine e di carboidrati, sono ricche di ferro, fosforo e vitamina B. Inoltre, grazie all’elevata quota di fibre e alla scarsa quantità di grassi, sono valide alleate nella lotta e nella prevenzione dell’arteriosclerosi mentre grazie all’alto contenuto di tiamina aiutano la concentrazione e la memoria.

Tra quelle certificate, spicca la lenticchia di Valle Agricola, prodotta nell’omonimo comune e nella zona del Matese. Si tratta di un ecotipo di medie dimensioni e di colore piuttosto scuro, dalla buccia sottile e dal sapore intenso.

 

 

Come abbiamo visto, sono tante le varietà di legumi presenti nella nostra regione. E tutte hanno tantissime proprietà benefiche:

  • sono un’importante fonte di fibre,
  • svolgono effetti protettivi sulla funzionalità e sul benessere intestinale,
  • rallentano l’assorbimento di zuccheri e colesterolo alimentari,
  • aumentano la sazietà favorendo il controllo del peso,
  • sono ricchi di minerali e vitamine.

Si tratta di alimenti così importanti per la nostra dieta che ogni anno il 10 febbraio si celebra la Giornata Mondiale dei Legumi. L’iniziativa è dell’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), lanciata nel 2018 affinché sia riconosciuto il valore nutrizionale di questi alimenti e del contributo che essi offrono ai sistemi agroalimentari sostenibili e a un mondo privo di fame.