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Riscopriamo l’Irpinia: Abella

Abella, una passeggiata ristoratrice tra monumenti di pregio e paesaggi rasserenanti

Troppo spesso, soprattutto tra i ragazzi, si tende a ignorare l’importanza del sentimento di appartenenza alla nostra terra. Le radici ci fanno diventare alberi forti, capaci di nutrirci e crescere per diventare alti come baobab, o più coerentemente, come un bel platano avellinese, per altro “patriarca verde” della Campania, ovvero rientrante fra gli alberi monumentali, quindi da preservare e curare.

Nonostante le difficoltà dovute al lavoro da remoto e alla difficile situazione corrente, quest’anno siamo comunque riusciti a portare avanti un percorso, nelle ore di PCTO, che ci ha avvicinati alla nostra bellissima terra, l’Irpinia.

 

Il progetto

Con Hetor, un progetto pilota di Databenc (Distretto ad Alta TecnologiA per i BENi Culturali), coordinato dall’Università di Salerno, abbiamo aiutato a diffondere gli Open Data del Patrimonio Culturale della Regione Campania. L’obiettivo è quello di rendere facilmente fruibile il patrimonio open, fornito dalle istituzioni e anche dalle comunità del territorio, come ad esempio le associazioni locali.

Sono venute alla luce realtà molto interessanti e sorprendentemente vicine. Ci siamo divisi in gruppi e oltre a lavorare sulla piattaforma SPOD Social Platform for Open Data, ci siamo anche cimentati nella creazione di contenuti digitali da usare sui social network per sponsorizzare siti troppo spesso dimenticati e sempre meno valorizzati.

Alla scoperta di Avella

A colpirmi in particolar modo è stata la città di Avella, un piccolo tesoro per niente conosciuto se confrontato con la fama di vicine località, più grandi e più note, come Pompei ed Ercolano. La cittadina è situata nel cuore di una grande conca dell’Appennino campano, circondata a nord dai monti di Avella e a nord-est da Montevergine, entrambi parte dei monti del Partenio.

L’antica Abella era centro di rilievo, fra i medio-piccoli della Campania antica, anche se superata in importanza e grandezza dalla vicina Nola.

Si trova sulla via che collegava e collega tuttora la pianura Campana con la valle del Sabato e il Sannio Irpino, strada meno agevole della Via Appia; la posizione e la coltivazione della pregiata nux Abellana (la nocciola, da cui derivano i nomi della “nocciola” in portoghese, castigliano, catalano e occitano: avelã, avellana, avelana) costituivano una risorsa economica, alla quale si aggiungevano lo sfruttamento dei boschi e l’allevamento nelle zone più alte.

Tutt’oggi è di particolare interesse, in queste terre, proprio la coltivazione della nocciola, chiamata “mortarella”, che rende Avella famosa a livello nazionale e internazionale.

 

L’antico territorio: Abella

Territorio antico, che non inizia la sua storia con la romanità, come potrebbe far pensare il prestigioso nome “Antica Abella”, ma che affonda le sue radici già nelle civiltà italiche pre-romane, l’antica Avella fu conquistata prima dai Calcidesi, poi dagli Osci, dagli Etruschi, dai Sanniti e infine dai Romani e dai Longobardi.

Da queste ultime popolazioni, in particolare, la località ha ereditato l’Anfiteatro Romano, costruito tra il I secolo a.c. e il II d.c., la Necropoli Monumentale e il Castello longobardo-normanno. Nel centro storico, presso il palazzo baronale, si trova il Museo Archeologico Antiquarium, che conserva reperti che risalgono al paleolitico. Infine, si segnala la Valle del fiume Clanio che, essendo già abitata all’epoca della pietra, fa di Avella una civitas più antica di Roma.

 

Turista della mia terra

Proprio queste informazioni ci fanno apparire chiara l’importanza della cittadina in questione e il fatto che, per quanto rara, non ottenga l’importanza che merita.

La spinta, tuttavia, deve partire da noi giovani e io per prima, sempre nel rispetto delle norme restrittive imposte del governo, appena possibile, avrò piacere di passeggiare proprio nelle vie di Abella per ammirare e supportare la conoscenza viva della mia terra.

Non mi muovono sentimenti di “patriottismo” di alcun tipo, ma una sincera curiosità e l’orgoglio di voler essere tra i primi turisti della mia terra, per poi poterlo essere più consapevolmente a livello europeo e mondiale: forte, innestandomi sulle radici del mio platano, volgo uno sguardo a sostegno delle realtà locali, preziosi scorci di un mondo ancora non intaccato dalla furia distruttrice moderna.

 

Francesca Cioppa, Liceo P.S. Mancini Avellino, IV A